inventions born from space research – Le idee nate tra le nuvole

Quanto usiamo nella vita quotidiana è spesso il risultato di un idea nata in contesti completamente diversi da noi. Nel caso della ricerca spaziale le ricadute pratiche nella vita di tutti i giorni sono molto più frequenti e importanti di quanto ci potrebbe sembrare in termini di nuovi materiali e tecniche innovative. Ecco alcuni esempi.

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Se oggi è possibile eliminare, al computer, i difetti dei video girati con le nostre fotocamere, il merito è anche dello space shuttle. Attorno al 2000, per analizzare i filmati relativi alle fasi di lancio della gloriosa navetta, la Nasa sviluppò alcune tecnologie per migliorare le immagini, per esempio per eliminare l’effetto “mosso” o correggere i colori. Questi effetti sono poi stati inclusi da alcuni produttori di software nei programmi di “videoritocco” oggi in commercio.

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I pompieri usano i visori termografici a infrarossi per localizzare i focolai e le persone da soccorrere durante gli incendi. In elettronica li usano per individuare circuiti surriscaldati, mentre nelle costruzioni possono evidenziare eventuali difetti di tenuta nelle guarnizioni termiche. I modelli più evoluti adottano il Qwip, una tecnologia messa a punto al Jet Propulsion Laboratory della Nasa per “analizzare” gli scarichi incandescenti dei razzi al decollo e per studiare l’atmosfera dei pianeti.

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Dice niente la sigla “cmos”? È il nome di un tipo di sensore utilizzato nelle fotocamere digitali: un circuito che trasforma in segnale elettrico l’immagine catturata dall’obiettivo. Una delle sue varianti più diffuse oggi (il cmos-aps, usato per fotocamere e alcuni telefonini) fu messo a punto 10 anni fa dalla Nasa: per le dimensioni e i consumi ridotti (rispetto alle alternative dell’epoca) viene da allora impiegato per equipaggiare satelliti e sonde spaziali.

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Nella produzione delle patatine, è critica la fase dell’impacchettamento: per non rompersi, le patatine devono cadere nella busta con velocità e traiettoria perfette. Per calcolarle, un costruttore di sistemi per il confezionamento (Rovema) ha impiegato modelli e simulazioni numeriche usati dall’Agenzia Spaziale Europea per calcolare le traiettorie di alcune sonde, come il sistema che ha “deposto” il rover Curiosity su Marte.  Il risultato? I produttori che adottano questo sistema imbustano le patatine a una velocità fino al 50% maggiore.

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Tra le “ispirazioni” provenienti dallo spazio ci sono i coagulometri tascabili, apparecchi che permettono a chi affronta terapie anticoagulanti di tenere sotto controllo lo stato del proprio sangue. Un modello innovativo, più compatto e rapido da usare, è stato messo a punto dalla startup inglese Microvisk: si basa su speciali microsensori già utilizzati a bordo della Stazione Spaziale Internazionale per monitorare i liquidi presenti all’interno dei sistemi di raffreddamento e altri circuiti idraulici.

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Si chiama Cronidur30 ed è una speciale lega di acciaio impiegata per realizzare coltelli,taglieri e lame. Questo materiale, sviluppato inizialmente per realizzare le pompe del carburante dello space shuttle, è estremamente duro e resiste alla corrosione 100 volte di più degli acciai “normali”. È proprio grazie a queste qualità che i coltelli in Cronidur30 mantengono più a lungo “il filo” e hanno una lama più stabile. E per lo stesso motivo la lega viene impiegata anche per realizzare alcuni strumenti chirurgici.

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Nuove protesi per disabili, leggere e resistenti, sono state costruite grazie all’AMS-2, il rilevatore di particelle che, sulla Stazione Spaziale Internazionale, va a caccia di antimateria e materia oscura. Lo ha fatto l’azienda tedesca Isatec che, dopo aver costruito alcuni componenti dell’AMS-2, ha impiegato gli stessi materiali (fibra di carbonio e compositi) nel campo delle protesi. Tra i “collaudatori”, il campione paralimpico di atletica tedesco Czyz Wojtek che, grazie anche a questi supporti, ha realizzato il record del mondo di salto in lungo (a oggi ancora imbattuto).

Fonte…

http://www.focus.it/tecnologia/innovazione/patatine-spaziali-e-altre-invenzioni-dovute-alla-ricerca-spaziale#img42368