Io e lo Specchio – Percezione distorta
La percezione di sé quando siamo allo specchio a casa o in un negozio è ciò che siamo veramente?
Da quanto emerge dallo studio della percezione di sé, la propria immagine corporea e la sua rappresentazione sono il risultato dell’unione e della mediazione di diversi aspetti:
- la percezione e la stima delle dimensioni del proprio corpo,
- aspetti affettivi e cognitivi che comprendono sentimenti e preoccupazioni legati al nostro corpo
- aspetti comportamentali.
Paul Schilder (1935) fu colui che coniò il concetto di Immagine corporea definendola come
Quel quadro del nostro corpo che formiamo nella nostra mente
e come ogni quadro, nel guardarlo, possiamo provare emozioni, possono emergere ricordi e sensazioni.
FATTORI INFLUENZANTI: LA MODA
La creazione dell’immagine corporea può infatti risentire di fattori sociali ma anche di fattori interni.L’ambiente in cui stiamo crescendo, l’interazione con i nostri coetanei e anche con i nostri genitori possono condizionare lo sviluppo dell’immagine che noi abbiamo di no stessi. Si è maggiormente sensibili al giudizio altrui, e si va creando in questo periodo un’ideale del pro prio corpo che risente dell’influenza dei mass media ma anche dei confronti con i propri pari. Vi è un continuo paragone fra quello che è il proprio corpo e il corpo ideale, e a seconda della maggiore o minore vulnerabilità al giudizio si andrà formando un’idea di sé più o meno coerente che potrà portare con se maggiore o minore sofferenza.
Il riferimento al mondo della moda, ai suoi linguaggi che colpiscono il cuore delle nostre ambizioni e le nostre aspettative, è naturale e obbligato. Ciò che vediamo allo specchio è ciò che vorremmo essere agli occhi degli altri. Lo shopping, le tendenze, le vetrine, le tendenze sono input per il nostro cervello che elabora continuamente la miglior mediazione possibile a cui possiamo puntare.
Ma questo non riguarda solo ciò che ci circonda, ma parte da ciò che siamo noi, da ciò che siamo veramente: da fattori interni. La nostra immagine è uno strumento, il primo con il quale comunichiamo con gli altri. In solo 0,27 secondi chi ci vede si fa un’idea di chi siamo in base a ciò che vede e il resto del tempo lo userà per trovare tutte quelle indicazioni che confermino la sua prima impressione. Difficilmente la tendenza è quella di cambiare idea. Ciò risponde alla naturale tendenza del nostro cervello a ragionare per semplificazioni della realtà cioè per sterotipizzazioni. Gli stereotipi sono strumenti utili ma molto limitanti se non si è profondamente consapevoli della loro esistenza e della loro influenza. In fondo sappiamo benissimo che esistono ed è per questo che, ad esempio, ad un colloquio si va con il vestito buono come sottolinea Owen Wilson in Io, te e Duprè.
Lo specchio nasconde le nostre frustrazioni. L’insoddisfazione nei confronti della propria forma fisica è assai diffusa sia fra il sesso femminile che fra il sesso maschile, in alcuni casi può però portare alti livelli di sofferenza che possono interferire con la vita dell’individuo.
Le preoccupazioni possono farsi talmente pressanti da portare il soggetto ad effettuare continui Body Checking ossia comportamenti di controllo che vanno dal guardarsi allo specchio molte volte durante la giornata, pesarsi più e più volte al giorno, verificare la perdita di peso e la propria taglia indossando abiti attillati, misurare la circonferenza di cosce, fianchi ed addome, chieder continue rassicurazioni sul proprio aspetto. La persona può impiegare diverse ore per prepararsi prima di uscire, ed evitare di farlo qualora non si fosse raggiunto l’aspetto desiderato.Coloro che hanno di sé una rappresentazione negativa dedicano molte ore della loro giornata al proprio aspetto fisico e maggiore è l’insoddisfazione maggiore è il tempo impiegato nel controllare e cercare di rimediare ai difetti percepiti.
GLI ALTRI COME CI VEDONO?
Il vero problema nasce sempre quando pensiamo a cosa pensano gli altri di noi. La sopresa è che gli altri hanno pensieri nettamente più buoni dei nostri, siamo noi che pensiamo il contrario. Ma non ci sono parole che possono sostituirsi ai fatti e questo video lo dimostra.
LO STILE GIUSTO? IL VOSTRO
A questo punto cosa fare? Sviluppare un proprio stile in barba a tutto ciò che ci circonda. L’obiettivo è quello di stare bene. Se si parte da li si può anche pensare di elaborare il proprio stile in base alle occasioni per stare bene e in armonia con gli “stereotipi” nei quali dobbiamo muoverci: ambienti di lavoro, glia amici, serate galanti ecc. Oggi gli strumenti con i quali poter sviluppare un proprio stile sono innumerevoli e proposti da professionisti in diverse modalità. Ad essi forse vale la pena aggiungere un piccolo segreto per bypassare i filtri che il vostro cervello attua quando siete di fronte allo specchio e che può aiutarvi a giudicarvi meglio: giudicate la vostra condizione fisica o il vostro outfit o il vostro make-up facendovi una foto. I meccanismi percettivi che si attivano nel nostro cervello quando è chiamato a giudicare una foto sono molto più razionali e realisti di quanto non lo siano quelli che usiamo quando siamo di fronte alo specchio!
Fonte…
La distorsione dell’ Immagine Corporea: quando ciò che vedo non coincide con ciò che sono
Bibliografia…
- Cash, T.F. (2002) A “Negative Body Image”, Evaluating Epidemiological Evidence,
- Schilder, P. (1935). The image and appearance of the human body: studies in the constructive energies of the psyche. London: K. Paul, Trench, Trubner & co. ltd.
- Posavac, S. S., & Posavac, H. D. (2002). Predictors of women’s concern with body weight: the roles of perceived self-media ideal discrepancies and self-esteem.