Matteo Ceschi – Star Wars VII – Le colpe dei padri
Posted on 16 Dicembre 2015 in articles, communication, creablog, curiosity, event, movie | Commenti disabilitati su Matteo Ceschi – Star Wars VII – Le colpe dei padri
Star Wars VII
Le colpe dei padri
di Matteo Ceschi
In occasione dell’odierna uscita del nuovo capitolo della saga di Star Wars, molti mi hanno chiesto un parere, vista il profondo legame che mi lega con l’opera. Scelto così di esprimerla attraverso un ospite, con il quale ho condiviso la prima di oggi, che con le parole se la cava molto meglio di me. Nonostante le nostre visioni abbiano delle sfumature diverse, credo che sia riuscito a circoscrivere l’opera molto meglio di come avrei mai potuto fare io. Il tutto correlato dalle sue foto che sono ormai di casa nel mio blog.
Buona Lettura
Le colpe dei padri non ricadono secondo la filosofia di Star Wars sui figli!
Anzi, ricadono solo e unicamente sui poveri padri, ancor di più se i suddetti genitori di mestiere fanno i contrabbandieri galattici.
La dipartita di Han Solo per mano del figlio Ben è il segno più evidente dell’impronta Disney sulla saga cinematografica lanciata da Lucas nel 1977. Il proprietario – a fasi alterne, per la verità – del Millennium Falcon paga, infatti, più di ogni altra cosa la sua professione. Troppe le luci e ombre sul suo passato così come certi veli sulla sua morale pragmatica. Oggi più di quanto non lo fosse stata in passato Star Wars si fa in bianco e nero: e non nel senso fotografico del termine ma piuttosto di una netta distinzione tra ciò che è “buono” e ciò che è “cattivo”. E lo si capisce ancora prima dell’atteso ritorno sul video di Solo e di Chewbacca quando Fin prende coscienza di se stesso e disobbedisce agli ordini lasciandosi, di fatto, il male alle spalle.

The TIE fighter was the unforgettable symbol of the Imperial fleet. Probably TIE is the most iconic Star Wars product: a sphere between two shields, the perfect design solution for boosting our imagination. In The Force Awakens, the new episode, the shadow of the Empire looms again over the Star Wars saga fans and stretches out on Time magazine’s special double cover and inside pages and the walls of our homes. We’re back in the battle! [Shots taken by FujiFilm X30]
In un clima che per molti versi ricorda l’altrettanto fortunata saga melodrammatica di Harry Potter, Il risveglio della forza porta a spasso nuovi e vecchi fans per la galassia giocando con coordinate cosmiche che suonano fin da subito famigliari agli uni e agli altri. Ogni cosa in questo possente interludio – se ci si dovrà stupire lo si farà con l’Episodio VIII – è al suo posto, a tal punto che tutto suona e scorre in video come se il futuro fosse inaspettatamente tornato al passato.
A spiccare oltre al solito Han Solo c’è Fin, ex-stormtrooper, capace, nonostante la manifesta fragilità, di guizzi epici quasi da Jedi. Proprio a quest’ultimo – sul cui tragico passato di privazione di affetti genitoriali si spera si concentreranno i prossimi appuntamenti – all’inossidabile principessa Leila e ai droidi ribelli sono affidate le ultime velleità rivoluzionarie della Resistenza e della serie. Dall’altra parte dello schieramento, in quel Primo Ordine che fino a poco tempo fa veniva chiamato Impero, ci sono Kylo Ren, il figlio di Han & Leila, e il suo oscuro mentore, Shoke (un mix tra Voldemort di Harry Potter e Gollum de Il signore degli anelli), due character evidentemente troppo deboli per reggere il confronto con il passato.
Paradossalmente i cattivi dell’era Disney assumono una fiacca tonalità grigia (ben lontana dal nero tenebra di Darth Vader) tanto da non agitare più i sogni di nessuno. Che J.J Abrams – abilissimo, meglio ripeterlo, nel riportare tutto alla filosofia delle origini (a proposito, il personaggio dell’acerba Rey sembra uscito apposta dalla prima stesura della serie scritta da Lucas) – abbia in serbo qualcosa di grosso? Che la profonda cicatrice sul cranio di Shoke sia il segno delle colpe di un padre troppo presto dato per morto nel lontano 1983? Chissà…
Matteo Ceschi, storico-giornalista, fotografo, agitatore culturale classe 1974, è stato tra il 2009 e il 2010 insieme ai musicisti Fabrizio Fiume e Diego Pratiffi uno dei promotori del progetto hip-hop A.L.O.C. (A Life Outside Consent) ispirato alla vita del comico statunitense Lenny Bruce. Ha anche collaborato con i bluesmen Joe Colombo e Joe Valeriano. Cresciuto a pane e Bob Dylan, tra i suoi artisti preferiti ci sono Jimi Hendrix, i Led Zeppelin, i Black Sabbath, CSN&Y, Miles Davis, il rap old school, Serge Gainsbourg, i Pearl Jam e Jack White. Da una decina di anni cura sulle pagine del mensile Musica & Dischi la rubrica “Schegge”, dedicata ai prodotti indipendenti italiani. Ha saltuariamente scritto per Il Mucchio e collabora con il magazine Class. Vino francese, whisky single malt (talvolta blended), formaggi di capra e buon umore non mancano mai alla sua tavola. Quando può fugge in cerca di ispirazione sull’isola greca di Naxos. CONTACT: ceschimatteo@gmail.com
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